lunedì 21 novembre 2011

Uno sguardo a noi stessi.

Primo pomeriggio, il dolce profumo del caffè scivola dalla tazza, disegnando il suo percorso fino ad accarezzarmi il viso, mentre, intorpidito dal "riposino", osservo senza guardare il retro della Chiesa S. Pietro di Santa Maria Capua Vetere.

L'aria di casa, calda ed accogliente, mi avvolge in un abbraccio di sicurezza ed affetto, mentre fuori il vento soffia forte sulla città.
La piccola voce di mia sorella mi risveglia dal mio stato, portandomi coi piedi alla realtà.
«Puoi aiutarmi con un tema?», mi chiede.
«Su cos'è?»
«Su Santa Maria! Ha detto mamma di chiedere a te.»
Certo che posso aiutarti.
Mentre ci sediamo al tavolo della cucina, fogli e penne in mano, la mente inizia un percorso intellettuale nei meandri delle proprie nozioni e ricordi.
Arriva quindi la sottile pioggia mentre corro verso casa dopo scuola al liceo, l'erba umida del prato d'estate con gli amici ammirando il notturno Anfiteatro illuminato dalla luna, le grandi mura della villa romana viste da piccolo, i militari giorno e notte davanti al Tribunale, il sole battente sulle antiche pietre nei pic nic con gli scout fuori al Mitreo, il Campanile che "brucia" nel gioco di luci di Ferragosto, il piccolo spettacolo di pupazzi Capua Versus Roma del Museo dei Gladiatori, il "Semaforo".
Più parliamo, più scrive, più un piccolo sole inizia a splendere di bagliori rossi e gialli nell'animo, ricordandomi, rendendomi partecipe di questa grande energia che è la nostra Città.
Semplificandole le tante parole che affollano la mente ed il cuore, cercando di farle capire l'importanza di dove abita, del pezzo di storia su cui posa i piedi e della meraviglia umana che cammina, si disegnano nel mio petto le vie, i vicoli, le piazze e le fontane, i negozi ed i sorrisi.
Quanta gente abita in questa città; quanta gente si è fermata ad amarla?
Quanta gente ha alzato le mani per raccogliere queste povere pietre che ci accudiscono e proteggono, e le ha riposte al sicuro?
In quel momento, in qualsiasi momento, sentii la Città viva, perché questo è: un flusso ardente di persone, di eventi, di storia, colore e arte che si mischia. Nei secoli, nei tempi duri e buoni, c'è sempre stato posto, c'è sempre stato un qualcosa di importante.
Dalle vecchie arene dell'Anfiteatro Campano le ombre di tempi remotissimi e, qui, mai dimenticati, si ergono, e passando per l'Arco si disperdono del mondo, rendendo invidiata la nostra città non solo da altre enti italiane, ma dal mondo intero.
Il piccolo nome pronunciato in fretta in un vecchio film di Totò, come se Santa Maria fosse nota in tutta la Nazione, come se fosse una Milano o una Torino.
La piacevole o sgradevole sensazione di sentire un giornalista televisivo nominare quelle quattro parole, riprendere le strade di ogni giorno.
Santa Maria è una grande bestia di opportunità e di forza, dal potenziale infinito su qualsiasi fronte - Storico, con i Ritrovamenti; Culturale, con le svariate Univerità, e la sua prole artistica; Nazionale, con il Tribunale; Sociale, con le iniziative di questo e di altri gruppi; - e siamo solo noi a decidere se legare con le pesanti catene dell'indifferenza questa creatura, o utilizzarla, unirci a lei, e farle battere il cuore così forte da poter esser sentito ovunque.
Personalmente, qualcosa sta tornando a galla in questa città.
Ci stiamo iniziando a guardare intorno, stiamo prendendo, di nuovo, fortunatamente, coscienza di chi siamo e chi siamo stati, del nostro importante ruolo nella ruota della Vita; e ci stiamo rendendo, infine, conto di essere non solo sammaritani, ma Santa Maria stessa, e questo non può far altro che portarci avanti nella luce della gloria.
«Ed il paesaggio?» mi chiede alla fine.
«Il paesaggio più bello di Santa Maria è nascosto sotto terra.»

1 commento:

  1. Stupende parole che inorgogliscono ogni cittadino sammaritano. quanti si riflettono in queste parole e in questi sguardi d'amore sanno amare la prpria città.

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