sabato 28 aprile 2012

"Nota" Siamo sul MIBAC!!!














Siamo approdati finalmente sul sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Così esordiscono Trepiccione Donato e Alessandra Santillo rispettivamente  vice presidente e socio fondatore dell' "Ass. Ciò che vedo in Città" presieduta da Manna Mariagrazia - siamo riusciti nell'intento di divulgare le nostre immagini degli stupendi gioielli archeologici sottovalutati da un'amministrazione sempre poco attenta alla cultura. 

Siamo orgogliosi che le nostre immagini siano state scelte per rappresentare la nostra città direttamente sul sito MiBAC del noto Social Network "FaceBook" che ad oggi conta ben 38.600 fan quindi possibilità illimitate di propagandare un bene come il nostro Anfiteatro a costo zero. 

Unica nota stonata è il totale disinteresse delle Amministrazioni che si sono succedute fino ad oggi non preoccupandosi dei servizi che dovrebbe fornire la città come un bagno pubblico o un punto di ristoro sempre aperto o addirittura un info point come farebbe ogni città che punta al turismo. 

Siamo certi del rilancio culturale della nostra città –continua Alessandra-  ci sono i presupposti per farlo e noi ci impegneremo anche senza il supporto dell’amministrazione perché siamo convinti che la città è nostra e siamo noi i primi a doverla promuovere quindi invitiamo tutti i concittadini a divulgare quanto  più possibile le bellissime immagini della nostra splendida città per fare in modo che arrivino quanto più lontano possibile. 

Vi aspettiamo sulla nostra pagina “Ciò che vedoin città –SMCV” per migliorare insieme la città! 

mercoledì 25 aprile 2012

ALLARME PER L'ANFITEATRO E PER IL MITREO!!!

Il prof. Nicola Febbreciello dopo accurati studi ha lanciato il suo allarme. 


"Purtroppo sia la Soprintendenza che il Municipio fanno orecchie da mercante."










S. Maria C.V. - Il Prof. Febbreciello ha affermato, stamattina in una conferenza stampa, che siamo di fronte ad un vero e proprio allarme per i due famosissimi monumenti cittadini. 
Le strutture, gli affreschi e le parti calpestabili sono oramai aggredite sia dalle azioni meccaniche che dagli ossidi e dai vapori della respirazione dei visitatori.

E' stato calcolato che, il flusso dei circa due milioni di visitatori all'anno per l'Anfiteatro e del circa un milione e mezzo del Mitreo protrebbero portare alla completa invisibilità dei soli affreschi dell'antico sito mitraico entro 15/18 anni. 

Una delle proposte della commissione dell'esimio studioso sammaritano è di far visitare i due siti a gruppi con numero chiuso, fino a quando non saranno trovate delle soluzioni tecniche per poter ben proteggere due dei 23 gioielli dell'antica Capua.

di Gennaro "Mitreo" Oliviero

Strage di Marzabotto 25/04/1945


"Questa è memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring
e dai loro soldati di ventura
dell’ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana,
i milleottocentotrenta dell’altipiano
fucilati e arsi
da oscura cronaca contadina e operaia 
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto
il civile consenso
per governare anche il cuore dell’uomo,
non chiede compianto o ira
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua brigata
piegarono più volte
i nemici della libertà.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini d'ogni terra
non dimenticano Marzabotto
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea."

Salvatore Quasimodo

(25 aprile 1945 - 25 aprile 2012)

'O rraù










'O rraù
'O rraù ca me piace a me
m' 'o ffaceva sulo mammà.
A che m'aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun sogno difficultuso;
ma luvàmell''a miezo st'uso.
Sì, va buono: cumme vuò tu.
Mò ce avèssem' appiccecà?
Tu che dice? Chest'è rraù?
E io m'a 'o mmagno pè m' 'o mangià...
M' 'a faje dicere na parola?
Chesta è carne c' 'a pummarola.
[Eduardo de Filippo]

martedì 24 aprile 2012

One Piece - New World


Prima di presentarmi e di proporre il mio primo post su BLOGGAVETERE, vorrei anzitutto ringraziare Donato, che mi ha dato la possibilità di parlare di fumetti proprio su questo blog e precisare sopratutto che, il mio non vuole essere il commento di un critico o di un esperto, ma quello di un appassionato, che grazie sopratutto alla collaborazione con la redazione on-line LoSpazioBianco, sta cercando di crescere come “recensionista”.
Precisato questo mi presento: il mio nome è Alessandro Ciasca, appassionato di fumetti e non solo, che proverà da oggi in poi, a trasmettervi questa passione, con le mie piccole recensioni.

Il Manga (il termine usato per indicare i fumetti giapponesi) che prendo in considerazione oggi è One Piece, più precisamente il numero 62 uscito pochi mesi fa.
One Piece, per chi ancora non lo conoscesse, è il primo Manga di Eiichiro Oda, che tratta di un ragazzo, Rufy, che desidera diventare il re dei pirati.
Partito forse in sordina, si sta rivelando, a livello di vendite e gradimento sia in patria che all'estero, uno dei Manga (e Anime), più riusciti degli ultimi tempi. La bravura dell’autore, a mio parere, è stata sicuramente quelle di evolvere la storia capitolo dopo capitolo, rendendola sempre più complessa, non lasciando mai nulla al caso e non dimenticando di risolvere enigmi lasciati in sospeso, anche dopo anni dalla loro scoperta.

Verso gli abissi, titolo del primo capitolo del volume 62 di One Piece, può considerasi il vero e proprio punto di partenza delle nuove avventure di Rufy (o Luffy che dir si voglia) e della sua ciurma, alla conquista del “nuovo mondo”, esattamente due anni dopo la grande battaglia contro la Marina, conclusa con le morti di Ace e Barbabianca. Oda lascia ben 2 anni d’interrogativi, che saranno chiariti sicuramente dall’autore, non abituato a lasciare vuoti narrativi. Il viaggio prosegue sull’isola degli uomini pesce, passaggio obbligatorio verso il nuovo mondo. Curiosità, comicità e colpi di scena non mancano. La droga E-S (Energy Steroid) che raddoppia la forza degli uomini-pesce, i “nipple light” del cyborg Franky, la minaccia del pirata Hody Jones, sono gli elementi che consolidano sia la genialità di Oda sia l’originalità del mondo di One Piece. I disegni rispecchiano il classico stile Shonen e sono sempre più curati nei piccoli particolari, tanto da coinvolgere i lettori, come spesso accade, nelle famose “SBS”, l’angolo delle domande, curate da Oda stesso. Forse di questo volume ciò che stanca sono le continue epistassi alla vista di belle donne (comicità tipicamente giapponese) del cuoco Sanji. Il progetto One Piece è in continua evoluzione tanto da far registrare vendite da capogiro; il mix di sentimenti che Oda trasmette ai lettori è unico, toccando anche argomenti delicati e trattandoli con simpatia e umanità. Oda insomma, ha già trovato il suo tesoro, il suo “One Piece” e prosegue la sua ascesa verso l’olimpo dei più grandi mangaka di sempre.

Alessandro (Koji) Ciasca.

venerdì 20 aprile 2012

TRUFFA ALLA COOPERATIVA!!!

Ci tengo ad informarvi circa una truffa di cui, purtroppo, sono rimasto vittima.... magari, conoscendone il meccanismo, riuscirete ad evitarla! La settimana scorsa sono andato a fare la spesa alla COOPERATIVA. Terminati gli acquisti, quando sono andato al parcheggio per caricare la spesa nell'auto, sono stato avvicinato da 2 di queste ragazze molto appariscenti (...probabilmente russe o dell'...est) vestite succintamente, in minigonna e top molto scollato. Una bionda ed una mora, veramente molto carine e provocanti. Le due truffatrici si avvicinano offrendo di lavare il parabrezza dell'auto e ovviamente lo fanno in modo sensuale e provocante, poggiando i seni sul vetro e cose simili. Quando offrite loro una mancia rifiutano e chiedono invece, il favore essere  di accompagnate in un altro centro commerciale. Se accettate si siedono dietro e mentre guidate iniziano a giocare tra loro toccandosi e baciandosi dappertutto.

Questo ovviamente vi distrae dalla guida. All'improvviso la mora passa sul sedile del passeggero ed inizia a toccarvi. Se non la respingete inizia a farvi un pompino. Poiché è impossibile guidare in tale situazione, vi fermate in un posto un po' appartato... A quel punto, sempre la mora vi sale sopra e, prendendo l'iniziativa, vi coinvolge in un rapporto sessuale. Approfittando della vostra distrazione la bionda scende dalla macchina, apre il portabagagli, vi ruba tutta la spesa e scappa. Voi ve ne accorgete, interrompete il rapporto, scendete dall'auto, vi ricomponete sommariamente e cercate d'inseguirla; così anche la mora scappa in direzione opposta. Sono molto brave e pericolose. Io stesso sono caduto in trappola. Lunedì mattina m'hanno rubato una cassetta di Ferrarelle, lunedì sera un litro d'olio d'oliva. Martedì un pacco di biscotti. Mercoledì uno spazzolino da denti. Giovedì mattina sei uova e la sera un pacchetto di fazzolettini di carta. Venerdì all'ora di pranzo una scatoletta di tonno e nel pomeriggio un ovetto Kinder. Sabato in tarda mattinata un pettine, dopo pranzo un tubetto di maionese e la sera una scatoletta di Ciappi. Suggerisco molta cautela!!!
Ora scusate ma devo andare a fare la spesa che mi è finito il sale grosso.


Erminio Ottone


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giovedì 19 aprile 2012

"Una Poesia d'Amore e d'Odio..."

Buongiorno miei cari concittadini e lettori!
È da molto che non scrivo, vero? Mi devo scusare con tutto voi, la vita è sempre così piena di affanni e di impegni! Si va avanti ogni giorno costruendo, poggiando, sognando un tassello dopo l'altro della nostra vita, dei nostri sogni, ed il tempo scivola via nella sabbia!
Ebbene, oggi vi scrivo riguardo a questi miei sogni che cerco, lentamente, di costruire. Vado avanti piano, con delicatezza, cercando di farmi strada da solo in queste vie così tortuose e spinose.
Il mio personalissimo Megadirettoregalattico Donato è a conoscenza di una verità che pochi, in realtà, conoscono: ovvero che oltre a gradire voi, e me stesso, con la mia letteratura spassionata su argomenti disparati, ho anche l'abitudine di scrivere libri. Chi lo avrebbe immaginato?
Attualmente sono in fervida attesa che venga riportato il manoscritto corretto del mio secondo libro, una raccolta di storie horror vecchia scuola, che lascia sognare e ricordare di Poe (avete visto The Raven al cinema? Come vi è sembrato?), sebbene molto più centrato sul folklore e su come questo tutt'oggi ci lascia rabbrividire! Una delle storie è, addirittura, apertamente ispirata alla mia - alla nostra! - città, al suo passato ed al suo stesso essere.
Oggi vorrei tuttavia parlarvi della mia opera prima: piccolo volume di settanta pagine, scritto quasi un anno fa, che si slancia nella vita di un uomo, durante gli ultimi battiti del suo cuore, le ultime lente ore bianche prima del sonno eterno, si snoda attraverso i sentieri dei ricordi e li ripercorre, li lascia rivivere, li rielabora con la sapienza che proviene dall'anzianità, dal distacco. Ricordi belli, ricordi brutti, tutto viene rivalutato nella più alta sfera dell'amore, della crescita.
Che dire, è un bel concetto, no? Il libro tuttavia non è sembrato abbastanza interessante per molte case editrici, mentre altre l'hanno addirittura tenuto tanto in considerazione da chiedermi soldi per pubblicarlo! Ebbene, se fossi stato ricco non avrei avuto bisogno di loro, no? I più onesti mi hanno spiegato che era un'opera di eccezionale fattura sia morale quanto letteraria, sebbene troppo pesante per poter mai essere pubblicata come prima opera, sopratutto se si trattava di un giovane ventenne.
Insomma, sarebbe andato bene se avessi scritto di vampiri luccicanti e lupi mannari pedofili. Ma una riflessione sulla vita, un'opera che unisce poesia e prosa, che si svincola dai limiti e propone così tanti modelli linguistici e letterari, così tanti generi di scrittura in un solo libro? Nah. Non vende ai giovani.
Avevo ormai abbandonato il progetto, avevo buttato tutto in un cassetto, quando i pochi amici che avevano avuto modo di leggerne delle pagine mi iniziarono a fare pressioni, a domandare: quando lo avremo tra le mani?
Ci misero poco a fare una colletta, ed io ci misi ancor di meno a trovare un servizio di auto-pubblicazione on demand. Così, il mio sogno è diventato realtà. Venticinque copie stampate della mia opera, delle mie notti, del mio cuore ma in realtà di una vita che sorride a tutti, in cui tutti possono specchiarsi e con cui tutti possono riflettere. Purtroppo le copie sono finite ed il mio cuore non osa chiedere altre collette ai miei fidati amici, che, infondo, hanno fatto fin troppo.
I pochi soldi guadagnati con la vendita (che sembravano un tesoro inestimabile ai miei occhi) sono in parte volati via pagando gli studi e libri universitari molto rari per approfondire gli esami (la media del 30 e lode è difficile da mantenere!), in altra parte per aiutare quanto possibile la mia famiglia.
Ora mi preparo a raccogliere soldi per un altro anno di studi ed approfondimenti, per aiutare ancora una volta la mia famiglia e, sì, per vedere per la seconda volta il mio sogno realizzato. Dopo tanto tempo ho finalmente seguito il consiglio di Donato e mi rivolgo ai miei cittadini, alla mia città, per darmi aiuto. In cambio, forse per molti sarà poco, pubblicherò ogni settimana un capitolo del mio primo libro, oltre ovviamente a tenervi aggiornati sugli esiti del secondo, e su come acquistarlo nel caso foste interessati!
Scrivo sempre così tanto, per dire così poco...

Prologo

{All’improvviso, l’orologio riprese a ticchettare.
Da quanto tempo non lo sentiva?
L’inesorabile scorrere del tempo.
Avanzava affannoso e calmo, senza fretta e portando urgenza.
Alzò lo sguardo nell’ombra semivuota del proprio studio;
Vuoto, abbandonato, era.
Era e sarà, era e fu: di questo ne era certo.
Il Tempo lo era, lui lo Era.
Come il tempo è relativo, si rese conto che anche lui era relativo. L’orologio gli stava parlando, lo spingeva oltre a limiti che fin a quel momento aveva sepolto senza poterne ritrovare la strada.
L’aveva sepolta, la propria consapevolezza, nel profondo degli abissi, in quegli oceani in cui la mente si distrae come un topolino che gioca con lo spago, in cui i bambini sorridono al sole, e dove il tocco di una fanciulla ti fa ardere il cuore.
L’aveva sepolta, in quello specchio rotto che si rifiutava di guardare, che osservava avidamente. L’aveva sepolta sotto quella bestia dormiente che giaceva da troppo tempo sopita nel proprio cuore, in quella piccola prigione di ossa e muscoli pulsanti che portava avanti la vita.
L’aveva sepolta ed ora se la ritrovava di fronte, come una vecchia amica a cui si è fatto un torto e che si cerca di evitare per l’imbarazzo.
Cosa le avrebbe detto? Come l’avrebbe trovata?
Sarebbe stata splendida, fiera, rigogliosa, illuminata e onorevole come un tempo, senza una sola macchia di peccato ed insicurezza sui candidi abiti, o anche lei aveva subito le violenze di quel ticchettare ossessivo, convulso, inarrestabile che tutti noi abbiamo nel profondo del nostro animo e che non possiamo fermare?
Aveva così tante domande che gli affollavano la testa, mentre malediva l’orologio in quella notte fonda, al centro di quella piccola città nel cui cielo le stelle lontane lottavano contro il vicino brillare dei folgoranti lampioni, rivendicando il predominio dei cieli, rivendicando il paradiso perso.
Marte fiammeggiava rosso in quel cielo, eppur sembrava così piccolo, così inerme, così fermo.
Non si annulla forse anche il Sole, quando giace assieme alle tenebre e la figlia Luna ci intrattiene coi suoi sussurri d’amore e di odio?

Non poteva più rinunciare, non poteva più resistere.
Lo stavano chiamando le voci urlanti del passato abbandonato e le speranze sussurranti dei bambini del futuro.
Si alzò, finalmente, a fatica, come se le gambe gli fossero state portate via per anni ed anni ed anni per poi tornare a lui nel momento della grande prova.
Con calma esteriore, paura interiore, si avvicinò con cura ed ansia a quel terribile rivale che aveva più volte evitato di fronteggiare.
Si posò di fronte allo specchio, e si vide.
Vide ciò che era stato per tanto tempo ai suoi stessi occhi, che sempre guardano e giudicano il proprietario nel fondo della mente, ‘che non sono altro che un ennesimo specchio, la realtà non è altro che il riflesso di noi stessi.
Vide tante cose, passate e future, speranze, sogni, incubi e ricordi.
Tanti ricordi che si affollavano su ogni ruga del suo viso, su ogni cicatrice del suo petto, su uno stanco sguardo azzurrino opaco.
Vide le Estati e gli Inverni concedersi i piccoli baci del peccato, con le loro torride piogge e le calme gelide giornate, per ricordare al mondo che nel bianco si può nascondere il nero, e che il nero abbraccia con amore il proprio amante.
Vide il danzare dei giovani Autunni e delle balzanti Primavere, gli uni vestiti con i loro eleganti completi di intrecciate foglie dorate, le follie delle prime piogge a bagnargli i capelli ed il pallido viso, colpito solo da pochi fulgidi gioielli di calore sulle goti, le altre allegre come solo il sole che balla con le nuvole sa essere, con lunghe trecce e coccinelle alle dita come anelli, i sorrisi splendenti e le risate dei bambini sboccianti dai fiori che formavano i loro colorati vestiti.
Ballavano, ballavano d’amore e di gioia, per far capire al mondo che gli opposti possono attrarsi, che ogni cosa è perfetta ed è al suo posto, che la Natura è pittrice, scultrice, attrice, la massima artista che ha creato un mondo dove il più piccolo granello di sabbia è pura poesia per le orecchie di chi vuole udirne i versi puri dello scrosciare del passionale mare sul piccolo corpo del proprio amante.
Vedeva tutto questo e vedeva oltre.
              
Oltre, nel profondo.
Oltre, nei luoghi dove i sipari calano e le tenebre si dilaniano, in cui le maschere cadono dai volti aberrati delle crudeltà infernali.

Nelle lande dei morti, delle morti.
Nelle terre dei terrori, delle paure, delle incertezze e dei rimorsi.
Dove i ricordi perdevano ragione e perdono stagione.
I corpi abbandonati di ciò che è stato, i feti di ciò che poteva essere, riposavano tormentati sul suolo di puro catrame stagnante, il tanfo dell’orrore che riempiva le narici.
Si dilaniavano di agonia, in quel tempo fuori dal tempo che avvolge ogni lacrima che scende dal nostro viso o che vediamo scendere, ricoprendola di mantelli di nere ali per coprire la propria vergogna.
Vedeva i corpi contorcersi controvoglia, ancora vivi nel profondo del proprio essere, corpi anneriti dal sole della furia ed assieme gonfi dell’acqua stagnante del lago del disprezzo.
Alberi rinsecchiti, innaturali, crescevano senza radici, a testa capovolta, aberrazione di ogni bene, ed i loro frutti altro non erano che le gioie ed i sorrisi morti prima di nascere, per la debolezza dell’uomo che li destinò a quel fato; ed ogni decisione non presa, ogni verità non detta, era una malformazione, una mutilazione, a quella popolazione inerte di fronte alla tirannia del proprio sovrano.
Questi moncherini trasudavano sangue del più nero ed infetto, le mosche dei pregiudizi e dei rimorsi che ne banchettavano senza sosta, mentre ad ogni goccia che toccava terra le urla ed i pianti si sprigionavano tristi ed eterni.
                            
Un brivido gli corse per il corpo.
Di fronte a tutto questo, annuiva, sconsolato e felice nello stesso tempo.
Era affogato felice nei ricordi belli, ed i brutti lo colpivano come mille dardi nel vecchio cuore battente.
Fu quando lacrime di dispiacere, di nostalgia e di gioia iniziarono a fiorire sul volto che lei apparve.
Silenziosa, perché le parole sono la fonte dell’incomprensione, bocca non era in lei, perché non aveva sentenze da dispensare al mondo.
Cieca, perché gli occhi non sono lo specchio dei fatti ma di ciò che vogliamo credere un fatto, occhi non erano in lei, perché non aveva dà vedere ciò che già era.
Sapeva ascoltare.
Eppure, quella forma bizzarra, sensuale e per certi versi grottesca, lo tranquillizzava.
Poteva sentire il suo sguardo fantasma su di lui, poteva avvertire il sorriso invisibile che gli rivolgeva.
I lunghi capelli argentei sottili come ragnatele, preziosi come la luna che s’alza in cielo, illuminavano leggermente la notte della camera, portando lunghe ombre a proiettarsi dietro  ogni singolo, semplice oggetto, e mostri spaventosi affollarsi contorti sui muri ai minimi movimenti.
Stringeva tra le mani un’arpa, ed ogni volta che ne toccava le eteree corde ed allontanava le dita dorate una semplice spirale di fumo rimaneva sospesa nell’aria a collegare le due cose come una, ed ogni singolo filamento sembrava cosparso di piccolissime parole mai dette e dette fin troppo.
Era avvolta in ogni abito mai creato, nuovo ed antico come le tuniche, eppur la si percepiva nuda e perfetta, crudele in un certo qual modo, fatale come solo la Verità può essere.
Era lì a guardarlo, guidarlo, giudicarlo.
La salutò come una vecchia amica, era anche lei una vecchia amica, che aveva abbandonato per anni, e si costrinse a guardare in quel volto senza volto per rivedersi ancora una volta specchiato nella semplicità di quella realtà così irreale che, quella magica notte, il suo cuore battente aveva portato nel nostro piccolo molto di regole fisiche e logica matematica.
Vide il proprio giovane volto, sprezzante, arguto, forte e passionale, sciogliersi come sotto una cascata acida, e diventare sempre più vecchio, e poi vide le rughe che lo ricoprivano di solitudine e saggezza bruciare come torrenti vulcaniche, ed infine il gemello del suo volto si dissolse e non rimase altro che la comprensione.
                            
Di fronte allo specchio, al cospetto della Verità.
Allora, solo allora, la sua amica cominciò a suonare, ed ogni nota era veramente un ricordo da affrontare ed una fantasia da realizzare, era una lettera di un infante ed un memento di un morente.



Mio caro amico,
lunghe sono le vie che portano le parole ad essere pronunciate dopo che il cuore le ha create, e lunghi sono gli anni che il mondo vive prima che queste vengano dimenticate o capite o ignorate realmente.
Lunghe sono le strade da percorrere verso la luce e lunga è l’unica via per capire che il nostro mondo siamo noi e la nostra potenza ed il nostro Dio sono in Noi.
Possiamo abbandonarci a questo piccolo libro, che parla del tutto e del nulla, che narra di uno e di tutti e di nessuno, che apre un semplice cuore e lo lascia vagare nella fantasia che solo un foglio bianco e del nero inchiostro possono portarci, nella poesia pura delle paure e dei sorrisi?
La mia speranza è che questo piccolo cuore, questa piccola poesia d’amore e d’odio, venga ascoltata, metabolizzata, capita ed accettata da chiunque sia qui a leggere le pagine infanti di questi brani svergognati.
Per capire, capirsi.
Per apprezzare, apprezzarsi.
Per accettare, accettarsi.
Per perdonare, perdonarsi.
E per amare, per amarsi.

Beh, come vi è sembrato? Fatemi sapere!
Intanto vi informo che cerco lavoro. Purtroppo devo studiare molto ed aiutare a casa, quindi non posso sperare in un lavoro a tempo pieno. Tuttavia, mi farebbe davvero piacere poter passare i miei pomeriggi, dal lunedì al venerdì, sapendo di guadagnarmi qualcosa ed impiegando le mie energie e la buona volontà in questo.
Mi piacerebbe molto lavorare nel campo della musica o della letteratura, dell'elettronica o dell'edicola. Sono anche disponibile per lavori di dattilografia (fare tic-tac sul computer scrivendo o copiando i vostri documenti, manoscritti o quant'altro) ed, infine, per realizzare siti-web e gestire vendite insieme a mio fratello Alfonso Pugliese (lavora presso CROCCO ARREDAMENTI attualmente).
Potete contattarmi alla mia e-mail hevein@live.it, o su Facebook e se volete addirittura chiedermi il cellulare attraverso questi!
Vi lascio questo piccolo pulsante, se vi piacciono i miei scritti, volete fare un'opera di buona volontà, ed aiutarmi a realizzarmi in questo strano mondo!

martedì 17 aprile 2012

Happy Hours al Museo. Il Piacere di un’ora di cultura.


Alessandra Coen, Francesco Sirano:
Preziose Terrecotte: meraviglie da un santuario
dei Sidicini
Incontro Un nuovo tipo di incontri con l’archeologia nel Museo
di Teanum Sidicinum organizzato dalla Soprintendenza per i Beni
Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta in collaborazione
con l’Associazione Sidicina Amici dei Musei. Linguaggio
semplice, visione ravvicinata degli oggetti, divulgazione del
metodo che dal ritrovamento conduce all’esposizione di un reperto
valorizzando al massimo gli aspetti di interpretazione del contesto
di provenienza e del contributo che da esso deriva per la storia
locale. Il pubblico viene accolto da un team di archeologi che
illustra vari aspetti dallo scavo, al restauro, dallo studio dei modi
di realizzazione all’iconografia. L’incontro si conclude con un
aperitivo con degustazione di prodotti tipici locali e accompagnamento
musicale. Sono stati già realizzati due incontri il 18 febbraio e il
12 marzo con un notevole successo di pubblico. Gli incontri riprenderanno
dalla fine di settembre con un programma che si
concluderà a dicembre.
20 APRILE 18.00

Museo Archeologico di Teanum Sidicinum
Via Nicola Gigli
Prenotazione obbligatoria: Tel. 0823 657302/334629/658442
Fax 0823 657302
sba-sa.teano@beniculturali.it
amicideimuseiteano@libero.it
www.archeosa.beniculturali.it

Happy Meal: la campanella suona al Museo!


Attività didattica Negli spazi del magnifico edificio medievale
del Loggione di Teano è ospitato un Museo dedicato alla popolazione
italica dei Sidicini. I materiali esposti evocano una
civiltà molto originale. L’evento coinvolge gli alunni e gli
studenti delle Scuole primarie e secondarie in attività didattiche
e di laboratorio “su misura”. A conclusione una merenda con
prodotti tipici locali.


19 APRILE 10.00 - 12.00

Museo Antica Teanum Sidicinum - Via Nicola Gigli
Prenotazione obbligatoria: Tel.0823 657302/658442/3334629
- Fax 0823/657302
sba-sa.teano@beniculturali.i
amicideimuseiteano@libero.it
www.archeosa.beniculturali.it

Carditello – Indignazione Popolare

I Liberatori
Dessi i sponsali son, l’esequie tetre
D’essi l’eredità dei Nostri Padri.
Hanno spremuto il sangue dalle pietre
E gli onesti son essi, e noi siam i ladri!
Mazzate sulla schiena e corna in fronte
Questo ci ha fatto il piccolo Piemonte

I Comitati delle Due Sicilie
in collaborazione con
Confederazione Duosiciliana
e con il
Parlamento delle Due SIcilie

e con il patrocinio del
Comune di San Nicola La Strada (CE)
Organizza

Carditello – Indignazione Popolare

Una manifestazione di solidarietà in favore
Del
Real Sito di Carditello

Sabato 28 aprile a partire dalle 19.00,presso il Real Convitto Borbonico di piazza Municipio a San Nicola la Strada, i relatori offriranno opportunità di profonde riflessioni.

L’evento sarà presentato dalla giornalista, Francesca Nardi.

L’incontro vedrà l’adesione di:
Pasquale Delli Paoli Sindaco di San Nicola La Strada
Emiddio Cimmino, sindaco di San Tammaro
Pio Del Gaudio Sindaco di Caserta
Amerigo Porfidia sindaco di Recale
Fiore Marro presidente nazionale dei Comitati Due Sicilie
Fernando Cimino giornalista
Nando Dicè presidente nazionale di Insorgenza Civile
Gennaro De Crescenzo, presidente nazionale del Movimento Neoborbonico
Michele Ladisa Coordinatore di Italia Prima.

Saranno presenti :
Gigi Di Fiore
Valentino Romano
Enzo Di Brango
Eddy Napoli
Rino Cuomo
Enzo Matarazzo
Carmen Herrera Acone
Gino Giammarino

Esporranno le loro opere le artiste : Ermelinda Ponticiello e Giovanna D’Amodio

L’evento verrà trasmesso in diretta televisiva e radiofonica da:
Viva l'Italia Channel che trasmette su SKY 875 e SKY 879 e www.regno.fm


Programma della serata
- Apertura lavori ore 19.00
con introduzione di Fiore Marro
- Condurrà la serata :
Francesca Nardi
Appuntamento dunque al prossimo 28 aprile,per sostenere la causa del
Real Sito di Carditello.
Siete invitati a partecipare.


sabato 14 aprile 2012

Estetica e degrado urbano.


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Tra le tante cose che noi del Sud e noi di provincia, siamo costretti a sopportare, c'è l'abbandono totale di ogni concetto di estetica nei nostri luoghi. Ammassi di palazzoni in costruzione, strade rotte, aree verdi abbandonate e se stesse, a ridosso di zone industriali fatiscenti. Non c'è alcun senso logico, non sono un'esperta di urbanistica o di architettura, ma sembrano linee pazze che non convergono da nessuna parte, attorno ad alcuna idea di città come luogo di incontro, di vita, di lavoro. Girando di notte per le strade di periferia ho percepito più volte un senso di perdizione, di nulla, di brutto, di inutilità. Come se quei luoghi fossero solo il collegamento funzionale al ricco centro, ma fossero inutili a se stessi. Perché da sempre la periferia è periferia, e allora di cosa mi preoccupo? Mi piacerebbe vedere il mio territorio costruito e adornato nel rispetto della sua morfologia naturale, dei laghi, dei monti, delle zone verdi. Mi piacerebbe vedere case e palazzi costruiti secondo un’idea comune rispettando un verso, una direzione, un senso. Quale senso? Ho girato all’estero, ed è vero, le periferie sono quasi sempre meno “belle” dei centri città, ma lo schifo e l’abbandono che si vede qui è davvero raro, nemmeno la periferia ungherese che ho visto procedendo in treno verso Budapest, forse è come la nostra. Eppure siamo un Paese ricco, che ha una storia una storia dell’arte fenomenale e conosciuta in tutto il mondo per la sua grandezza. Abbiamo deturpato i nostri territori, abbiamo costruito senza tenere conto nemmeno dei grandi monumenti storici che sono presenti nella zona dell’Appia. Com’è possibile che tutto ciò sia avvenuto senza attirare il dissenso e lo sdegno della gente? Probabilmente una politica connivente con camorra e costruttori senza scrupoli ha potuto permettere tutto ciò, e la cittadinanza è stata ferma e zitta. Anzi talvolta, se così poso ancora chiamarli, i cittadini partecipano quotidianamente allo scempio, ad esempio inquinando zone già abbandonate con i loro rifiuti. Mi piacerebbe tanto sapere cosa se ne fa questa gente di case internamente bellissime, ma situate in quartieri rotti che se ne cadono a pezzi, senza alberi né fiori, tra sacchetti della spazzatura e strade bucate. Il mio territorio si sta velocemente trasformando in una conurbazione, ovvero in un’area urbana che sta crescendo sia come popolazione che come estensione urbana, e ciò comporta più case, meno aree verdi, più traffico. Il territorio che va da Caserta a Santa Maria Capua Vetere era fatto di tanti borghetti antichi, tra cui Casapulla, ora centri abitativi estesi quasi tutti dediti al commercio. Attorno c’è la zona industriale che ci collega con Napoli attraverso Marcianise. I pochi campi agricoli versano in condizioni pietose, tra la spazzatura e l’incuria dei proprietari. Mi chiedo davvero cosa mangiamo ogni giorno e che aria respiriamo. E di questo passo dove si andrà a finire. Mi chiedo se sia possibile un’idea di progresso vero, nel rispetto della salute dell’uomo, della natura, della storia, della cultura. E mi rammarico.

Luisa Ferrara  


ps: grazie a Donato per avermi dato la possibilità di partecipare a questo blog :)




venerdì 13 aprile 2012

Pizza, Pasta, Mandolino, Munnezza e MAFIA!


Una volta in un mio viaggio all'estero mi capitò un fatto strano...andai in un bar e chiesi una birra e mentre sorseggiavo mi si avvicina un uomo che mi chiede di accendere. Appena accesa la sigaretta si accorge che sono italiano e ovviamente iniziò la "sagra dello stereotipo". Italiano? mi domandò il tizio ed io annuì...Bella Italia io stato!
"Pizza, Pasta, Mandolino, Munnezza e Mafia" disse lui.
Io simpaticamente dissi che mi riconoscevo nelle prime 4 parole ma non nell'ultima, MAFIA, dissi:"No! io no Mafia, no Mafioso!" e lui fraintendendo continuò a chiamarmi mafioso associando il binomio Italiano/Mafioso al punto che molti in quel locale si girarono per guardarmi, qualcuno si alzò cambiando posto.
Riaffermai la mia negazione all'essere "associato" a quell'appellativo, quella parola che ormai rappresenta noi Italiani, nord, sud, est o ovest non fa tanta differenza ormai ma quell'idiota continuava a dire - TU ITALIANSKI RIINA MAFIA ZAGARIA SPAGHETTI - e ancora una volta imbarazzato con il resto del mondo, cerco di spiegare che IO NO MAFIOSO, IO SOLO SPAGHETTI PIZZA E MANDOLINO poi aggiunsi MUNNEZZA ma NON MAFIA OK? E lui come se io non avessi neanche parlato :"MUNNEZZA ITALIA MAFIA, TU ITALIANO MAFIOSO!".
A quel punto mi alzai dalla sedia, lasciai sul banco 10€ senza attendere il resto e schizzai fuori dal locale con ancora mezza birra da bere, rosso come il fuoco e tutto teso mi avvicinai alla mia macchina dove mi attendevano i miei picciotti e ordinai l'immediata esecuzione di quel coglione! 


Trepiccione Donato
Baciamo le mani

giovedì 12 aprile 2012

La Cooperativa Sociale San Paolo viola gli accordi! Ora basta: mobilitazione!

La Cooperativa Sociale San Paolo viola gli accordi! Ora basta: mobilitazione!
Sono passati 55 giorni dalla data del 17 febbraio; 55 giorni dalla stipula dell'accordo sindacale siglato presso la sede aziendale della Icaro “Consorzio di Cooperative Sociali” in presenza dei rappresentanti della Cooperativa Sociale “San Paolo”, consorziata alla stessa Icaro e neo-affidataria del servizio gestione aree di sosta a pagamento per il Comune di Santa Maria Capua Vetere, e dell'Unione Sindacale di Base, organizzazione sindacale che ha promosso lo sciopero di 17 giorni per il diritto al “passaggio di cantiere” dalla vecchia ditta di provenienza. 55 giorni ed ancora risultano gravi inattuazioni di punti cardine del documento stesso. Si precisa infatti che nell'accordo è prevista la riassunzione della totalità dei dipendenti provenienti dalla pianta organica della vecchia Cooperativa Sociale “Parcheggiatori Sammaritani”, mentre ad oggi, ancora non risulta assunto dalla nuova società affidataria del servizio, uno degli ex-lavoratori L.F., in quanto si adducono in suo proposito motivazioni relative alla raggiunta età pensionabile, seppur non menzionate dalla parte datoriale stessa, nell'accordo. Sempre nell'accordo è prevista l'assunzione della totalità dei dipendenti con contratti di impiego a tempo parziale, a 24 ore settimanali, in modo tale da assicurare che tutti i lavoratori riescano a percepire la pienezza degli assegni familiari; ad oggi risulta che uno dei lavoratori M.L.M. è stato assunto con contratto a tempo parziale, a 20 ore settimanali, con grave nocumento per lo sforzo del mantenimento del proprio livello di sussistenza. Ancora una volta nell'accordo veniva prevista la convocazione tempestiva (si indicava la data del 24/02/2012) di un nuovo tavolo al quale partecipassero le stesse parti (Coop. San Paolo ed Unione Sindacale di Base) finalizzato alla individuazione delle soluzioni necessarie per la formulazione di correttivi economici da applicare tra le competenze dei lavoratori, al fine di garantire almeno i livelli economici di provenienza e scongiurare la possibilità che i lavoratori stessi possano essere ulteriormente penalizzati. Ad oggi invece, dopo la disdetta da parte della Direzione Aziendale della Coop. San Paolo dell'incontro del 24/02/2012, nessun tavolo è stato ancora convocato, con il risultato tangibile che buona parte dei lavoratori, nonostante siano aumentati gli stalli concessi dall'Amministrazione alla Icaro, percepisce una retribuzione oggettivamente inferiore rispetto a quella che i lavoratori stessi, riuscivano, amministrandosi da soli, ad assicurarsi nelle precedente Cooperativa a direzione operaia. E tutto questo avviene proprio in seguito ad una convocazione straordinaria di consiglio comunale nel quale maggioranza ed opposizione si sono dichiarate unanimamente concordi nel voler garantire i posti di lavoro ed i livelli di reddito degli stessi lavoratori! Per tutte le cittadine ed i cittadini democratici, per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori di questa città, non è accettabile che una Cooperativa affidataria della gestione di un importante e redditizio servizio pubblico, incassi provvedimenti economici ed aumenti delle aree di sosta da parte dell'Amministrazione denunciando il problema del reddito dei lavoratori per poi mantenerli in condizioni peggiorative rispetto ai livelli di provenienza! E tutto diventa molto più grave perchè si sta disattendendo ad un accordo sindacale in sede aziendale, verso il quale, tralaltro, si è preso impegno pubblico in presenza del sindaco, sottoscritto dalle parti a tutti gli effetti di legge! Per tutte queste ragioni la Federazione Provinciale di Caserta dell'Unione Sindacale di Base, che ha già convocato le parti in sede di vertenza collettiva presso la Direzione Provinciale del Lavoro, intende denunciare tutte le violazioni dell'accordo tra la Cooperativa San Paolo e l'Unione Sindacale di Base del 17/02/2012 al personale ispettivo presso l'Ispettorato del Lavoro di Caserta e proclamare tempestivamente una giornata di mobilitazione nei prossimi giorni, fino alla proclamazione dello Stato di Agitazione aziendale.

Santa Maria Capua Vetere (CE), 11/04/2012

Unione Sindacale di Base
Lavoro Privato
Caserta

Virtus San Marco: gioco, vittoria e salvezza, Juve San Prisco game over.




Nel calcio gli esami sono continui, come diceva una commedia edoardiana “Gli esami non finiscono mai” ma prima di affrontarli non bisogna mai abbattersi ne esaltarsi troppo.
L’ostacolo dei ragazzi di Fiore Marro è stato superato ampiamente con una giornata di anticipo.
Dovevano salvarsi dall’onta della retrocessione da categoria Allievi Regionali a quella Provinciale, obiettivo minimo terzultimo posto, missione compiuta.
“Tutti volevano fare bene e bisognava  portare una mentalità positiva per uscire dal pantano in cui ci eravamo relegati ad inizio stagione e così è stato,In fondo il gruppo aveva solo bisogno di credere in se stesso, e riprendersi dai 5 ko consecutivi di inizio stagione. Una delle motivazioni per cui ho ripreso ad allenare è stata proprio il sapere i ragazzi , vogliosi di ribaltare questa situazione.  Ci sono  state settimane dove si vedeva  tutto nero, sconfitte dure da digerire, ma alla fine abbiamo stabilito dei nostri piccoli, significativi record, un punto in più della passata stagione per esempio, con una giornata di anticipo”.
 Quella che ci porta alla gara di domenica 15 aprile contro  il Michele Magone di Portici  in casa , per l’ultima di campionato,  sarà  una sorta di passerella  d’addio per i ragazzi. Si chiude il campionato con  alti e bassi , anche se durante le ultime gare abbiamo fatto di tutto per eliminare i bassi, tranne in occasione della trasferta di Barra, dove sarà stato per via della mia assenza i ragazzi hanno reso sottotono.

La trasferta di San Prisco ci ha visti vincitori grazie al solito gioco di squadra e alle peculiarità dei variPisani,Tedesco , Senneca e Di Giovanni, senza però dimenticarsi nessuno in assoluto, tutti bravi anche in questo mach.
Nel derby casertano tenutosi  al  "CADUTI DI SUPERGA" di  San Prisco contro i pari età della Juve San Prisco la Virtus San Marco chiude con un classico 2 a 0 la partita con un gol per tempo.
Mister  Marro alla fine ha potuto godere  di  una macchina praticamente perfetta, che rosicchia due punti importanti per la classifica finale .
Le reti dei giallorossi sono state realizzate da Pasquale  “Bum Bum” Tedesco nel primo tempo dopo un’azione personale che ha visto la punta dribblare tre difensori per poi trovarsi a tu per tu con il portiere ed infilare il pallone di giustezza nell’angolo. Il raddoppio nella ripresa ad appena cinque minuti dal termine: azione da destra di Carlo Senneca che crossa rasoterra imbeccando Claudio “Pedro” Tagliafierro entrato in sostituzione di Antonio Marro un minuto prima della realizzazione in rete.
La formazione della Virtus  San Marco in occasione della partita del 11 aprile: Oreste Pisani,Francesco Rossi,Michele Sparaco,Giuseppe Procino,Luigi Di Giovanni,Andrea lauro,Carlo Senneca,Daniele Sparaco (41° Antonio Madonna),Antonio Marro (75°Claudio Tagliafierro),Pasquale Tedesco,Nello Caputo (78° Michele Cioffi).

All. Fiore Marro