venerdì 21 ottobre 2011

Che belle parole....il riassunto della nostra storia!




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La Città di Santa Maria Capua Vetere sorge sul sito dell’antica
Capua etrusca, sannita e romana, di cui conserva maestosi monumenti
e preziose testimonianze archeologiche.
La sua storia trimillenaria, che si snoda attraverso una serie ininterrotta
di splendori e di miserie, di grandezze e di rovine, si può dividere
in tre grandi periodi: età antica (origini – 841 d.C., poleonimo
Capua); età medievale, moderna e risorgimentale (842 - 1861, poleonimo
S. Maria di Capua); contemporanea (1862 - oggi, poleonimo Santa
Maria Capua Vetere).
Alla fase arcaica, caratterizzata da un felice processo di sincretismo
tra indigeni ed allogeni, risale la fondazione di Capua ad opera
degli Etruschi, in un periodo che oscilla tra l’VIII e il VI sec. a.C.
Al dominio etrusco posero fine i Sanniti, che invasero la Città
intorno al 430 a.C.
Dopo la clamorosa defezione della capitale campana, passata ad
Annibale nel corso della seconda guerra punica, i Romani ridussero la
Città in loro potere (211 a.C.), privandola di ogni autonomia.
Nel 73 da Capua partì la sanguinosa guerra servile capeggiata da
Spartaco e nel 59 Giulio Cesare vi dedusse una colonia, dopo che tale
tentativo non era riuscito al tribuno Servilio Rullo (63) per la tenace
opposizione di Cicerone che in quella occasione pronunciò le orazioni
“De lege agraria”, nelle quali paventando un ‘improbabile “revanche”
di Capua, la definì “altera” Roma.
Comincia il periodo di massimo splendore della Città, culminante
nei primi decenni del II sec. d.C. quando, sotto Traiano e Adriano,
Capua, “Colonia Julia Felix”, costruì il grandioso anfiteatro, di poco
più piccolo, ma più ornato, del Colosseo.
La crisi economica e sociale, a partire dal III sec., non risparmiò
Capua che, esposta agli assalti dei barbari, fu devastata e incendiata in
varie occasioni, finché nel 594 cadde in potere dei Longobardi; ancora
coinvolta in una serie di lotte dinastiche e di congiure, nell’841 fu quasi
rasa al suolo da una banda di Saraceni assoldata da Radelchi, per cui
gran parte della popolazione superstite preferì trasfèrirsi a Casilinum,
dove fondò la nuova Capua.
Sul sito dell’antica si andarono lentamente ricostituendo, intorno
alle basiliche cristiane, i tre casali di S. Maria Maggiore, S. Pietro in
Corpo e S. Erasmo in Capitolio.
Sotto gli Angioini, che vi costruirono una residenza estiva, nella
quale nacque re Roberto, i tre casali rifiorirono a nuova vita; la rinascita
proseguì sotto gli Aragonesi e, alla metà del Settecento, il centro
urbano, ormai unificato ed ingrandito con la formazione del casale di
S. Andrea dei Lagni, trasse grande beneficio dalla costruzione della
reggia di Caserta e, all’inizio dell’Ottocento, Giuseppe Bonaparte determinò
una svolta decisiva nello sviluppo della Città, fissandovi la
sede dei Tribunali (1808).
L’adesione agli ideali di libertà propugnati da patrioti e pensatori
locali culminò nell’ottobre del 1860, quando la popolazione accolse
Garibaldi alla vigilia della battaglia del Volturno, il cui fausto esito
consentì l’unificazione nazionale.
Dopo che il municipio definì l’attuale poleonimo (1862), che riassume
la storia antica e recente della Città, di essa si andò lentamente
configurando l’attuale assetto urbanistico, con l’attuazione di grandi
opere di risanamento, con la dotazione di strutture e servizi di primaria
importanza e con la costruzione di splendidi edifici pubblici e privati,
piazze, ville e monumenti che, grazie anche ai richiami archeologici, le
hanno assicurato un posto tra i centri culturalmente ed artisticamente
più interessanti della Campania.

"Tratto dallo statuto della città"

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