venerdì 12 ottobre 2012

Elogio alla Stoltezza

Eino Leino visse nei primi anni '90 in Finlandia; vide la sua Patria lacerata da una Guerra Civile ma, più di ogni altra cosa, dalla Corruzione, dal Marcio. Il suo canto parla della speranza, della forza, della voglia di un piccolo popolo, di un piccolo paese sconosciuto a molti, indipendente da fin troppo poco tempo, senza risorse né aiuti, a risorgere da queste piaghe che si annidano nei cuori umani.
Allo stesso modo, sia d'esempio a noi Italiani, sia d'esempio all'Italia, paese antichissimo, pieno d'oneri e di storia, che tutti sono pronti ad aiutare.


TUHMUUDEN* YLISTYS - "ELOGIO ALLA STOLTEZZA"
Sono stati intonati canti alle tante cose belle nel mondo.
Sono state cantate canzoni all'amore e al vino, alla madre patria e al padre celeste. 

Cos'altro mi rimane ancora da cantare?
Non suono il mio strumento all'amore né al vino, non alla madre patria né al padre celeste, ma a te accordo le mie corde di rame, tu che sei grande, dolce, stoltezza dai mille volti, che abiti quando nel cervello del Re, quando in cima al bastone del mendicante. Cosa sarebbe la terra senza te?
Inutile sarebbe tutto e la fatica dello spirito, senza stelle la notte o il sole infinitamente pieno di luce. Morto sarebbe il sorriso sulle labbra degli uomini, e tutta l'aria sparirebbe. Per cosa più allora gli uomini si distinguerebbero dagli altri?
In quel giorno, in cui avessi sentore tu fossi morta, siederei nella polvere e nella cenere e i miei amici verrebbero a consolarmi in vano. Come Achille più pianse nella sua capanna il compagno di guerra Patroclo, così piangerei sulla tua tomba e porterei alla tua memoria terre leggere.
So che esistono taluni, che lottano contro di te e s'augurano la tua morte, quando sono chiamati ribelli, quando sono chiamati martiri, quando sono chiamati poeti, quando ribelli, quando benefattori del popolo. Nei tempi antichi arrivavano a farsi chiamare anche dei. Ma comune a tutti loro è che tutti hanno lottato inutilmente contro di te.
Poiché grande tu sei, maestosa sei, le terre e i mari controlli e tutti ciò che si muove sulla terra. Le nazioni tremano alla tua voce, i troni crollano alla tua forza. Ma coi tuoi amici sei dolce e completamente buona.
Sono tuo amico. Non lotto contro di te né ti auguro la morte, poiché sei la mia vita e il mio vino, la mia madre patria ed il mio padre celeste. Quando ero triste, mi hai consolato; quando avevo sete, mi hai rinfrescato. Quand'ero stanco della vita, hai acutizzato i miei tendini. Non dovrei cantare la tua gloria?
In te vivo e in te sono, sul tuo groppone cavalco e sulla tua testa costruisco la mia capanna. Su te siedo la sera e guardo oltre la grande, invernale Finlandia e la riparo piccola sulle mie ginocchia. Tranquillamente sfioro la sua lingua ed intono un canto di ringraziamento, una lode alla stoltezza. Così io canto:

Siano lodati gli anziani, che l'età ha reso stolti. Perché loro sarà il regno del cieli.
Siano lodati le rughe profonde. Perché dormono.
Siano lodati i preti. Perché loro ottengono la loro paga.
Siano lodati i giovani, che non percorrono il loro sentiero. Perché loro erediteranno la terra.
Siano lodati gli asini, che galoppano lungo i gradini del potere. Perché loro saranno nutriti.
Siano lodati gli studenti. Perché leggeranno le loro lezioni.
Siano lodate le scuole superiori. Perché loro faranno crescere gli impiegati.
Siano lodati tutti loro che, hanno orecchie per udire ma non sentono, e gli occhi per vedere ma non vedono, ciò che sta arrivando. Perché loro saranno perdonati.
Gioiamo e rallegriamoci.

Così canto e sento l'eco della mia lode per la terra, nelle foreste e nei villaggi remoti. E gli uomini si chiedono: Cos'è questo canto così strano e tuttavia così familiare?
Dico loro: è il vero Inno della Finlandia.


*Tuhmuuden viene utilizzato tanto per "Cattiveria" quanto per "Stoltezza", in questo caso parlerei di un "Ignorante Odio".


La Consapevolezza è il primo passo verso il Cambiamento.
Riflettiamo, Agiamo, Cresciamo!

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