sabato 2 giugno 2012

Favole Prima di Andare a Letto

L'orologio scoccò l'ennesima ora, quell'ora fatale che tanto rendeva felici mamma e papà.
Sì, quell'ora speciale in cui si prende in braccio il piccolo e si afferma con fierezza: «Guarda un po' che ore sono! È tardissimo! A letto!»
Così si rimboccano le coperte e si danno baci, si accende la lucina e si aspetta pazientemente, coccolando il frutto del proprio amore, accarezzando i capelli teneri e morbidi, il viso innocente.
Il matrimonio di due attori, visto dagli occhi di un bambino.
Allora, si pensa d'esser "liberi", per almeno due ore, dalle grinfie di quell'amore estenuante che mai finirà e che regala gioia infinita. Invece, sorpresa, no!
Il bambino vuole delle favole, ovviamente!
Il padre e la madre si guardano con pazienza, nei loro occhi che si incrociano una lotta all'ultimo respiro per decidere a chi toccherà l'arduo ruolo.
Alla fine il padre sospira, sorride. In realtà un solo sentimento lo avvolge: panico!
Non avevano libri di favole! La sua mente era così sofferente di stanchezza, di lavoro, di vita che l'immaginazione era rigorosamente in ferie obbligate da fin troppo tempo!
Nella luce riflessa cremisi dal vino nel bicchiere venne l'Illuminazione. I giornali!
Quante frottole che raccontavano i giornali, quante storie inventate e con fin troppi lieti fini!
Il nostro papà non era così felice, ma vabbeh!
Così il bambino stette ore, incantato, a sentire le avventure di eroi leggendari e mitici, scritte con l'arte dei maestri dell'ozio: i ghirigori, i complimenti; il nominare la persona giusta, nel rigo giusto, coi giusti titoli.
Al padre fu facile comparare quella massa di inchiostro con i vecchi film d'ambientazione medievale. "Il Re dei Re, Primo del Suo Nome, Sire e Protettore di Frottolonia, Figlio di Invenzione, Marito d'Inganno!"
Eventi, manifestazioni, decisioni politiche; Com'era bello quel regno incantato! perfino i delitti venivano descritti lodando chi si indignava di questi, piuttosto che parlando dell'evento stesso!
Gli occhi del bambino si facevano pesanti, sebbene lottasse contro il sonno con tutte le sue forze. Un ultimo sospiro prima di cadere nell'onirico.
«Ma non ci sono cattivi in questo mondo di carta?»
«I cattivi non si nominano! Mica ti possono fare favori.»


PS: Sia chiaro, non è una critica ai giornalisti. Ma ai cattivi giornalisti.
Ed anche ai padri che non hanno libri per favole, se vogliamo...!

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